… and I know too much now

To really feel at home in any one place.

(Goh Poh Seng)




mercoledì 28 luglio 2010

UN Laissez-Passer

Pensavo ormai di essermi abituato all'idea. Pensavo di aver superato la fase della meraviglia l'infantile. Almeno in parte mi sbagliavo. Ciò che per molti di quelli che qui mi circondano è un'esperienza ordinaria, una naturale continuazione dei loro piani di vita, per me è qualcosa di diverso. E' un'esperienza densa di significato. E' molto più che passare da una buona scuola ad un buon lavoro. E', almeno simbolicamente, il raggiungimento di un obiettivo di lungo periodo, individuato, più o meno esplicitamente, all'inizio di un percorso di studio e di riflessione che ho vissuto profondamente e per molti anni. Una riflessione che ha continuamente coinvolto aspetti politici - la mia idea di mondo - ed aspetti scientifici - la mia idea di economia. E' a questo percorso, che come nient'altro mi identifica ai miei stessi occhi, che ho pensato oggi. Ho pensato a tutte le persone con cui sono cresciuto e con cui ho avuto la fortuna di confrontarmi nel corso degli anni. Ho pensato a tutte le persone che ho conosciuto nei molti paesi che ho potuto visitare. Ho pensato ai sei miliardi di persone a cui sento di voler bene e che mai avrò modo di conoscere. A tutto questo ho pensato in meno di un secondo, quando mi hanno consegnato il passaporto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a mio nome. Un pezzo di carta che mi riempie d'orgoglio come mai avrei potuto immaginare, e che per me ha un valore che non riesco a descrivere a parole.

R.




2 commenti:

Lapo ha detto...

Bello, soprattutto perché azzurro...

raian ha detto...

e' il passaporto del popolo delle liberta'

 
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