… and I know too much now

To really feel at home in any one place.

(Goh Poh Seng)




mercoledì 14 novembre 2007

Mumbai (Bombay)

Festa in onore di Krishna

Dhobi Ghat (il quartiere dei lavandai)

Nel tempio

Darmesh




Dal nome stesso viene il sospetto. Bombay.
E' strano, c'è della follia nel suono che si emette per pronunciarlo.
Impossibile cercare di descrivere questo complicato ammasso di persone, strade, panni, cavi, binari, templi, taxi, suoni. Credo che comunque anche un breve cenno alla mia permanenza in situ possa dare l'idea.

Ho contattato tramite hospitality club (www.hospitalityclub.org) un paio di personepronte ad ospitarmi al mio arrivo a Bombay. Sono arrivato all'aereoporto la mattina alle 11, e l'unica cosa che avevo era un numero di cellulare. Ho chiamato. "Arrivo tra 15 minuti", mi ha detto Darmesh, di cui ovviamente non sapevo niente, tranne che 2 settimane fa aveva ospitato a casa sua una coppia di europei... Prima di potermene rendere conto mi ritrovo su un tuc-tuc lanciato a tutta velocità. In meno di 20 minuti sono dentro un tempio giainista (Darmesh nel frattempo ha già avviato la mia conversione al giainismo ortodosso, cercando di convincermi tra una buca e l'altra, e peraltro senza il minimo successo, che cipolle aglio e patate non vanno mangiate perché crescono sottoterra ... ) dove un ricco pranzo altrettanto giainista mi da il benvenuto.

La mia prima notte a Bombay la passo in un tempio giainista ad ascoltare una banda (in cui Darmesh suona la tromba) che suona pezzi giainisti.

Il giorno seguende passo in consegna ad una coppia, Sakina e Anoush (lei musulmana, lui zoroastriano) che mi ospita per quattro giorni, e mi introduce alla sacra pratica dello yoga, in una delle sue forme più dolorose. Nel frattempo, nonostante la stanchezza e la spossatezza (il monsone non da pace neanche qui) mi giro questa megalopoli di 14 milioni di abitanti, e con un certo orgoglio imparo a muovermi da solo con i mezzi pubblici, che sono davvero niente male. Forse il rimorso più grande è di non poter offrire testimonianza fotografica dei treni suburbani che collegano i quartieri di Bombay, ma la densità umana di quei vagoni caricava ogni mio movimento di conseguenze tanto imprevedibili quanto sgradite.

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