… and I know too much now

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(Goh Poh Seng)




giovedì 3 maggio 2007

L' "Operazione Sturzo"


Il 25 maggio 1952 si svolgevano a Roma le elezioni amministrative. In previsione di esse, a causa dell’incertezza del risultato, che se fosse stato favorevole alle sinistre avrebbe portato un’amministrazione comprendente il PCI a governare la capitale della cristianità, ambienti vicini al Pontefice decisero di proporre alle forze politiche di centro-destra una lista comune, senza contrassegni di partito, per sconfiggere più facilmente l’alleanza di sinistra guidata dall’anziano leader Francesco Saverio Nitti (1868-1953). La proposta prese il nome di operazione-Sturzo perché il sacerdote fondatore del PPI avrebbe dovuto guidarla. Secondo Carlo Falconi (1915-1998), Gedda avrebbe assunto una parte preponderante nel progetto, incaricato di tenere i contatti con i monarchici e con i missini. Il fondatore dei Comitati Civici invece, nelle sue memorie, nega di aver avuto l’idea dell’operazione-Sturzo, anche se non nega di aver ricevuto dalla Santa Sede l’incarico di contattare, al fine di spiegare e chiedere l’adesione all’iniziativa, sia i partiti di destra sia l’Azione Cattolica. Proprio quest’ultima fornì le maggiori sorprese perché, appunto convocati da Gedda i vertici dell’associazione, cioè Carlo Carretto (1910-1988) della Gioventù italiana di Azione Cattolica, Maria Badaloni dell’Associazione italiana dei maestri cattolici, Alda Miceli della Gioventù femminile e Carmela Rossi dell’Associazione donne cattoliche come pure la Fuci (Federazione degli Universitari Cattolici Italiani) e i Laureati Cattolici, tutti diedero parere contrario all’iniziativa, con l’eccezione di Agostino Maltarello, che guidava gli uomini cattolici. La vicenda si consumò in pochi giorni, nel mese precedente la data elettorale, durante i quali la contrarietà della DC e dell’ACI, le incertezze degli stessi partiti di destra che sembra avessero avanzato pretese eccessive, consigliarono don Luigi Sturzo (1871-1959) a dichiararsi indisponibile a causa dei contrasti che l’iniziativa aveva suscitato. Poi le elezioni verranno egualmente vinte dalla DC apparentata con i partiti laici (41,9%), mentre le sinistre ottennero il 34,3% e le destre il 22,6% sempre dei votanti. Ma in seguito rimase il malessere che si manifestò all’interno dell’ACI e che anticipò esplicitamente le dimissioni di Carlo Carretto del 17 ottobre successivo, un malessere che si manifestava con motivazioni politiche, il rifiuto di allearsi con le destre, ma che aveva livelli più profondi, e che si esprimerà nel diverso percorso che Carretto compirà nei decenni successivi. La tristezza si impadronì del Papa e la manifestò a Gedda nel corso della prima udienza dopo l’accaduto, il 17 giugno dello stesso anno, quando a proposito dell’ACI arriverà a dire «che l’Azione Cattolica collabora non con la Chiesa ma con la Democrazia Cristiana». Probabilmente il fallimento segnò l’inizio, almeno a livello politico, di quel processo verso l’accordo della DC con le sinistre che si concretizzerà negli anni 1960. Indicherà anche la forza dei dirigenti della DC, capaci di impedire la realizzazione di un progetto che faceva capo al Papa, in ultima analisi, e gli appoggi potenti che il partito doveva avere in ambiente vaticano. Segnerà una sconfitta per Gedda e per i Comitati Civici, la cui stampa indica abbondantemente come la loro linea politica fosse chiaramente orientata a far capire agli italiani che il pericolo per la libertà della Chiesa e della nazione veniva da sinistra. Rimane il dubbio sull’origine dell’idea che portò a tentare l’operazione Sturzo, che Gedda attribuisce, come pura supposizione per semplice congettura, a mons. Roberto Ronca (1901-1977), fondatore di Civiltà Italica. Indubbiamente, fu un fatto rilevante, anche senza voler esagerare come fa Falconi, quando sostiene come le elezioni fossero, nell’intenzione della Santa Sede, l’occasione per sperimentare il grande progetto per un «mondo migliore» di riconquista cristiana della società preparato dal padre gesuita Riccardo Lombardi (1908-1979).

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